Il turismo nel Lazio tra crescita e trasformazione: la ricerca dell’Università Roma Tre per l’Osservatorio Territoriale EBTL 2025

Durante l’evento promosso dall’Ente Bilaterale Turismo del Lazio lo scorso 14 ottobre, la Prof.ssa Silvia Ciucciovino, ordinaria di Diritto del Lavoro presso l’Università degli Studi Roma Tre, ha presentato i risultati del Rapporto 2025 dell’Osservatorio Territoriale EBTL, un’analisi approfondita sull’andamento del mercato del lavoro nel turismo nel Lazio, basata su dati aggiornati a dicembre 2024.

Un settore in crescita, ma ancora fragile

Il turismo continua a rappresentare un pilastro per l’economia regionale, con il comparto alloggio e ristorazione che copre il 91% delle attivazioni complessive. A livello nazionale la domanda di lavoro complessiva nel Turismo si attesta al 19,7%.
Nonostante una lieve flessione generale rispetto al 2023, il Lazio mostra segnali di ripresa rispetto al 2022, confermando la vitalità del settore.

L’analisi demografica evidenzia un incremento dell’occupazione tra gli over 55 (+8,9%) e una crescita moderata degli under 24, mentre persiste un calo nella fascia 25–44 anni. Si conferma inoltre un saldo positivo per gli uomini (+1,3%) e negativo per le donne (-1,2%), segnalando la necessità di rafforzare le politiche di inclusione e parità di genere.

Precarietà e mismatch di competenze

Nel Lazio, oltre l’80% dei contratti è a termine, con una durata media inferiore ai tre mesi e un numero ridotto di contratti a tempo indeterminato (solo il 5%).
Il settore resta poco attrattivo per i profili qualificati, con un calo dei laureati (-7,4%) e una crescente incidenza dei lavoratori stranieri (+6,1%).
La fotografia restituita dalla ricerca mostra dunque un mercato del lavoro dinamico ma fragile, soprattutto per giovani e donne.

Prospettive al 2035: nuove professioni e competenze emergenti

La seconda parte della ricerca, dal titolo “Professioni e competenze nel settore del turismo nel Lazio: modello predittivo e trasformazioni del lavoro nel prossimo decennio (2025–2035)”, offre uno sguardo proiettato al futuro.
Attraverso l’analisi di oltre 400 professioni nei comparti dell’ospitalità, delle agenzie di viaggio e dei pubblici esercizi, lo studio ha individuato una polarizzazione crescente tra profili in espansione e ruoli destinati al declino.

I fattori di trasformazione più rilevanti includono:

  • la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale;

  • l’accelerazione tecnologica e l’intelligenza artificiale;

  • l’invecchiamento demografico;

  • i nuovi modelli di turismo esperienziale e urbano. 

Cresce la domanda di competenze digitali, green, relazionali e interculturali, mentre si riduce il peso delle competenze tradizionali.
Diventa quindi strategico anticipare i fabbisogni formativi e orientare le politiche del lavoro verso la qualità dell’occupazione.

Investire nel capitale umano

Nelle conclusioni, la Prof.ssa Ciucciovino ha sottolineato la necessità di rafforzare il dialogo tra parti sociali, istituzioni e sistema formativo, con interventi mirati su:

  • formazione bilaterale su competenze digitali, green e soft skills;

  • piani di digitalizzazione per le PMI turistiche;

  • percorsi duali scuola–impresa–università e tirocini certificati EBTL;

  • valorizzazione dei talenti femminili e dei lavoratori senior;

  • certificazione delle competenze non formali acquisite on the job.

“Investire nel capitale umano – ha evidenziato la Prof.ssa Ciucciovino – significa rendere il turismo non solo un motore economico, ma anche un ambito di crescita personale e professionale, capace di attrarre giovani, laureati e nuovi talenti.”

Leggi e scarica le ricerche presentate

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